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COSMOPOLITAN
Uno Stile Inclusivo per riscrivere il Futuro
 

Terrazza Italia

 

Dopo la caduta dell'Impero Romano, l'Italia visse un lungo periodo di divisione territoriale. Solo molti secoli più tardi si crearono le condizioni per arrivare, tra il 1815 e il 1861, a una rinnovata unità.

Questo periodo storico fu definito Risorgimento e un monumento, più di altri, ce lo ricorda. La visita al Vittoriano - questo è il nome che gli diedero per sottolineare il ruolo di primo piano giocato da Re Vittorio Emanuele II nell'unificazione - dà accesso alla Terrazza Italia e permette di godere di una vista mozzafiato. Tuttavia, pochi realizzano che non è solo una questione di colpo d'occhio; ci si ritrova immersi in una dimensione che esprime la storia più nobile dell'Occidente: quella che si distingue per la sua capacità di entrare in relazione anche con chi è diverso da noi.

Elementi di Roma Antica, del Medioevo, del Rinascimento, dell'Illuminismo e della Modernità, uniti a contaminazioni dalla Grecia e dalla Terra Santa, contribuiscono a definire una preziosa e virtuosa cultura contemporanea.

 

Età Antica

 

Dalla terrazza gli occhi sono immediatamente attratti dalle rovine di Roma Antica che, dopo essere stata una monarchia e prima di diventare un impero, fu una repubblica che sperimentò un'interessante distribuzione e bilanciamento dei poteri.

La sua inarrestabile espansione coinvolse anche la Grecia ma, come scrisse Orazio, fu la cultura greca a conquistare i Romani. Nacque la civiltà classica e, generazione dopo generazione, è arrivata fino a noi.

Qualcosa di simile si verificò con la Terra Santa: le vie commerciali dell'impero furono i corridoi attraverso i quali si insediarono nuove comunità religiose e Roma è diventata oggi la capitale della cristianità e di uno stato laico aperto a tutte le altre confessioni.

 

Medioevo

 

Dalla stessa terrazza si può esplorare Piazza Venezia. Il nome deriva da uno dei palazzi che ne definisce il perimetro e che fu donato alla famosa repubblica marinara.

La penisola Italiana dopo il 476 DC entrò nel cosiddetto Medioevo e, senza l'argine offerto dall'impero romano, divenne terreno di conquiste. Tuttavia, la scarsa profondità della laguna veneta non permise alle navi da guerra di raggiungere e attaccare Venezia. È così che la Serenissima ebbe l'opportunità di diventare grande e degna di essere ben rappresentata a Roma. Fin dalla fondazione nel 1417, con Pietro Barbo (divenuto poi papa Paolo II), c'erano evidenti elementi di connessione tra palazzo Venezia e l'omonima repubblica. A suggellarli definitivamente ci pensò Papa Pio IV quando nel 1564 lo donò in buona parte ai veneziani, che lo trasformarono nella loro ambasciata.

Ecco che la Piazza ne ereditò il nome e oggi è il simbolo di un millennio da rivalutare. Troppo spesso infatti, a dispetto della magnificenza di Venezia e non solo, il Medioevo è ricordato soltanto per indicare un tempo "buio" che separa il passato glorioso della Città Eterna dalla scoperta dell'America e dall'ingresso nel Rinascimento.

 

Rinascimento

 

La Terrazza infine, ti proietta sul Tridente Mediceo, che prende il nome dalla famiglia più illustre della storia di Firenze. I fiorentini furono tra i primi ad applicare le migliori pratiche bancarie e investirono buona parte degli ingenti capitali ricavati per radunare una straordinaria comunità di artisti.

Con la riscoperta della tradizione greco-romana e l'invenzione della stampa l'Uomo venne posto al centro dell'Universo. Il sapere fu maggiormente condiviso e in un contesto culturale più evoluto - "COGITO ERGO SUM", diceva Cartesio - Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Copernico, Galileo e altri, poterono esprimersi al meglio.

 

Illuminismo

 

Roma non fece eccezione e l'architettura rinascimentale attorno al Tridente, inizialmente destinata a Papi, Re e Nobili, dopo la Seconda Guerra Mondiale, cominciò ad ospitare le Istituzioni Repubblicane e si popolò con la filosofia coltivata in Francia nel corso dell'Illuminismo.

Dall'alto della Terrazza lo sguardo procede perpendicolarmente a Via del Corso e qui, nella nostra mente, lo Stato di Diritto prende forma con la separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu e implementata in USA dai tempi di Thomas Jefferson.

Dal Quirinale "arbitro" al Vaticano "influencer", si stabilisce un equilibrio laico tra Governo, Parlamento e Magistratura. I pesi e contrappesi sanciti dalla Costituzione, rendono i cittadini liberi di esprimersi e parte di una Comunità Italiana e Cosmopolita.

 

Modernità

 

Oggi Roma è allo stesso tempo:

  1. Capitale della Cristianità e di uno Stato laico che, insieme alle altre nazioni che compongono l'Unione Europea, tenta un'integrazione pacifica e senza precedenti nella storia;
  2. Fonte di ispirazione - vedi le "Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza" (1734) - e uno dei luoghi di applicazione della filosofia e delle teorie di Montesquieu.

Ecco che ripercorrendo il lungo e glorioso passato di Roma, si possono rintracciare valori laici, democratici e relazionali molto utili in questa fase di rinnovate e inquietanti tensioni globali.

Tali principi, infatti, generano un potenziale inclusivo che favorisce la nascita di comunità e il dialogo interculturale. Sono riferimenti che potrebbero certamente emergere anche altrove, ma solo la Città Eterna li presenta in modo così sorprendente e ricco di evidenze storiche.

Sebbene possa non apparire Contemporanea nel suo aspetto, Roma è una città eternamente Moderna. Questo risiede nella sua capacità di evolvere e rimanere rilevante attraverso i secoli.

 

Contemporaneità

 

Come detto, Roma non ha bisogno di apparire Contemporanea per esprimere la sua Modernità. Tuttavia, questo non significa che non ci si possa imbattere in straordinarie eccezioni di recente costruzione come, per esempio, il MAXXI di Zaha Hadid - Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, e il Centro Congressi dell'EUR, conosciuto come La Nuvola di Fuksas.

Da buona Capitale, queste eccezionali punte di contemporaneità sono un'introduzione a quello che viene sistematicamente coltivato a Milano, città particolarmente votata alla sperimentazione e a cui Roma è collegata con mezzi di trasporto ad alta velocità e qualità.

È così che, mentre La città Eterna è spesso identificata - con la sua eredità storica e con il contributo non trascurabile di Firenze, Venezia e Napoli - come Culla della Civiltà Occidentale, Milano è vista come il Fulcro della Contemporaneità Italiana, in particolare nel mondo della moda, del design, dell'architettura e della tecnologia.

Roma e Milano: due capitali complementari che esprimono il meglio della Modernità in modo diverso. Insieme, simboleggiano la ricchezza e la diversità dell'Italia, un paese in grado di celebrare la sua straordinaria eredità storica e culturale pur rimanendo fermamente ancorato al presente e rivolto al tempo a venire.

Un quadro che va a completarsi con il Made in Italy. Un marchio rappresentativo dell'intera Penisola Italiana. Un simbolo inconfondibile di qualità, eleganza e creatività attraverso il quale il Bel Paese continua a esercitare un'influenza significativa a livello mondiale.

 

La Maison di Jamal Taslaq

 

In questo contesto senza eguali si innesta la maison italo-palestinese che coniuga genio artistico e ingegno tecnologico per esprimere, da Roma e Milano, un'idea di stile cosmopolita che abbatte muri e costruisce ponti.

Una cultura delle relazioni e un approccio alla bellezza che discendono direttamente dalla storia del suo fondatore: partendo dai ricami palestinesi (patrimonio UNESCO) e dai colori mediterranei, passando per il design italiano e il Made In Italy, attraversando Oriente e Occidente, Jamal approda nella sede delle Nazioni Unite a New York per una sfilata senza precedenti nella storia della moda.

Il 12 febbraio 2023, dopo 25 anni in Italia, lo stilista sfila con la sua Collezione ETERNAL, dedicata non a caso a Roma, nella Galleria del Cardinale Colonna - famosa per aver tenuto a battesimo l'Imperatrice d'Austria Maria Anna di Savoia - e lancia la nuova Maison con la techcompany di Milano WorldcApp - now Creativity also has its World Cup!

Abiti statuari, bianco e nero a dominare la scena e sfumature di verde e rosso per arricchirla; tessuti pregiati, ricami con linee geometriche lavorate con il filo di seta, specchi e cristalli; intarsi in pelle, contrasti che creano armonia tra i colori, forme che rievocano l'impero romano e relative contaminazioni osservate fin da bambino in medio oriente, si fondono per permettere alle grandi professioniste in passerella di trionfare.

Il saluto inviato dalla cantante Israeliana NOA sottolinea il valore inclusivo e simbolico dell'evento. La relazione di Sergio Strozzi, Console Generale a San Francisco, in collegamento dalla Silicon Valley, illustra ai tanti ospiti e autorità presenti il valore tecnologico e innovativo dell'iniziativa.

Alla luce di questo percorso straordinario e, in particolare, dopo la sfilata alle Nazioni Unite, la missione della maison non è più solo quella di produrre bellezza ma di coniugarla con una visione inclusiva e dialogante.

 

Un Nuovo Futuro Inclusivo

 

I corsi e ricorsi della storia si sono talvolta orientati in modo da favorire significative Evoluzioni Culturali e Rivoluzioni Industriali.

Abbiamo già fatto riferimento alle prime con il Rinascimento e l'Illuminismo. Concentriamoci quindi sulle seconde.

Gli storici convengono che ce ne siano state almeno due caratterizzate da un modo di comunicare (es. con l'ausilio del telefono), un sistema di alimentazione della produzione (es. elettrico) e una tecnologia per garantire il trasporto (es. motori a combustione).

Da questi sviluppi culturali e industriali potremmo ricavare due fasi storiche:

  1. Una prima, in corso, caratterizzata da processi sempre meno assistiti dall'uomo;
  2. Una seconda, all'orizzonte, caratterizzata da processi totalmente indipendenti dall'uomo.

Il passaggio dalla prima alla seconda potrebbe essere drammatico. Gran parte della forza lavoro al momento è infatti distribuita lungo la Catena del Valore. Raccogliere materie prime dai fornitori, produrre beni nelle fabbriche e consegnarli al cliente, con tutti i servizi a contorno, sarà un po' come una corsa in un taxi elettrico e senza conducente, già in circolazione a San Francisco.

Più in generale Internet evolverà e integrerà dati che arrivano dalle persone mentre svolgono le loro attività, dalle cose attraverso i sensori, dalle varie fonti di energia attraverso smart grid.

I confini tra mondo fisico, digitale e biologico diventeranno sempre più sottili. Intelligenza artificiale e robotica erediteranno dall'uomo l'onere della gestione di questa nuova dimensione.

La creatività umana, sebbene assistita dalle macchine, continuerà a trovare spazio solo nei progetti particolarmente innovativi, finalizzati a ricavare una teoria, una scoperta scientifica, un prototipo o un nuovo processo da affidare poi integralmente all'intelligenza artificiale.

La domanda nasce quindi spontanea: potremo costruire un Mondo Inclusivo di fronte a stravolgimenti di questa portata, attorno ai quali graviteranno problematiche attuali come l'inquinamento, le tensioni internazionali, l'immigrazione, le disuguaglianze e tanto altro?

Forse sì! Con una Nuova Evoluzione Culturale e una Terza Rivoluzione Industriale che, insieme, diano vita a quella che noi chiamiamo Post-Scarcity Ci/Seavilization.

Una nuova civiltà costruita sui 10 pilastri che seguono:

  1. Riflettere come Specchi
  2. L'informazione e gli algoritmi alla base del social networking tra proposte e proteste

    Le informazioni, in generale, dovrebbero essere come specchi capaci di riflettere la realtà. Troppo spesso invece rimbalzano su una sorta di prisma che la distorce, spiega Chris Bail nel suo libro “Breaking the Social Media Prism”.

    Questo fenomeno, oltre che dipendere all’eventuale mancanza di imparzialità o di onestà intellettuale dei media tradizionali, diventa assai più grave quando proposta e protesta non sono trattati allo stesso modo dalle piattaforme che regolano la diffusione dei contenuti. Queste hanno concepito algoritmi per sondare la reazione di un campione rappresentativo di individui e calcolare potenza di fuoco da scatenare nella propagazione.

    Stiamo parlando di un vero e proprio incentivo alla provocazione che dà potere agli estremisti senza scrupoli e rende i moderati praticamente invisibili. Il social network diventano dei veri e propri impostori con cui fare i conti tutti i giorni per non diventare complici - con approvazioni e condivisioni - di un moto anti-sistema, qualsiasi sia il sistema!

    Una volta che il danno è fatto e il messaggio è veicolato sarà molto difficile rimediare. L’eventuale smentita non ha lo stesso appeal della fake news e non avrà mai la stessa popolarità.

    Un’esperienza significativa l’abbiamo vissuta proprio con l’iniziativa editoriale VENUS Gallery, collegata al progetto con Jamal Taslaq.

    La missione di VENUS GALLERY è quella di radunare creativi di tutti i tipi e dimensioni al fine di collaborare con loro all’interno della piattaforma WorldcApp( che descriveremo nella sezione che segue relativa alla privacy collettiva) now CREATIVITY also has its World Cup!

    Occupandoci di fashion ci è sembrato naturale cominciare questo per corso da una community di fotografi e modelle.

    Gli algoritmi già descritti sopra, come detto, misurano le reazioni dei primi a visualizzare il contenuto e poi calcolano la priorità da attribuirgli nella diffusione del contenuto. Nel nostro caso si trattava di un’immagine in cui una modella è protagonista.

    Inevitabilmente, l’approccio descritto tende a premiare le pose più sensuali ed ammiccanti; conseguentemente, la tecnica fotografica e il valore artistico delle proposte vengono fortemente penalizzato.

    I moderatori di VENUS Gallery fanno grandi sforzi per porre rimedio alle distorsioni che il “prisma” di facebook o instagram riflettono.

    Non ci si può aspettare che le soluzioni siano individuate dalle piattaforme in autonomia. Per loro quegli algoritmi sono le ancore che ci tengono fermi nei loro porti; la scusa per sequestrarci e inocularci pubblicità; la loro miniera d’oro.

    Non solo. Il loro fatturato aumenta con la fugacità. A loro non interessa poi tanto se non clicchiamo sulla pubblicità. È sufficiente una semplice esitazione davanti ad essa. Poi si può continuare ad esplorare il feed, tanto possono contare su una sistematica violazione della privacy al di fuori della piattaforma attraverso, ad esempio, ai cosiddetti cookies di terze parti.

    In attesa di soluzioni, essere consapevoli del funzionamento della macchina aiuta a non cadere nel tranello diventare un ingranaggio di un sistema perverso.

    I media tradizionali dovrebbero fare riferimento a quello che potremmo definire il modello bbc, puntando se possibile a migliorarlo. Il social networking deve trovare nell’intelligenza artificiale un alleato delle democrazie liberali per distinguere proposta da protesta e premiare le prime il più possibile.

    Approfondimenti:

        Breaking the social media prism  


  3. La Privacy Collettiva
  4. Pubblicità basata sul rispetto della Privacy Collettiva

  5. Cesari e Cleopatre
  6. Da Cesare e Cleopatra alle nuove leadership maschili e femminili

    Cleopatra e Giulio Cesare sono stati due leader del passato e come tali avevano il loro stile. Quest'ultimo, dopo essere stato il protagonista della transizione di Roma da repubblica a impero, è particolarmente attuale in questa fase storica. Ci sono tanti aspiranti Giulio Cesare nel mondo democratico. Il desiderio di imitarne le gesta per trascinare il loro popolo in una capocrazia senza ritorno è forte, anche quando questo porterebbe a ridimensionare l’influenza che la loro nazione esercita nel mondo. Come questi politici - a giudicare dalle parole di Emilio Iodice, diplomatico, consigliere di più presidenti degli Stati Uniti d’America e autore del libro ”Ritratti di Leadership, da Cesare ai Tempi Moderni” - anche il grande condottiero Romano, non spiccò per lungimiranza. Impareggiabile per coraggio e decisionismo, non vi è traccia di una sua visione di lungo periodo per Roma.

    Per quanto riguarda Cleopatra invece, sono le parole di Plutarco a renderla attuale: "la sua beltà non era di quel tipo incomparabile che afferra istantaneamente gli altri. Ma il suo fascino era irresistibile, e all’attrattiva della persona e della parola si aggiungeva una forza di carattere che ne pervadeva il discorso e il gesto, e che lasciava ammaliati coloro che le stavano vicino. Era una delizia sentire il suono della sua voce". Come una donna leader contemporanea anche la regina d’Egitto deve fare i conti con un giudizio che prima parte dall’aspetto fisico e che solo poi fa emergere le doti di straordinaria stratega. Una descrizione paragonabile a quella di tanti giornalisti contemporanei che portano Michelle Obama a raccontare una storia particolare dopo aver lasciato la Casa Bianca: "ogni anno, come da tradizione - racconta in un'intervista l'ex first lady - abbiamo organizzato una cena in onore di un capo di stato o di governo straniero. Io ero costantemente sotto i riflettori per il mio outfit. Mio marito, il presidente degli Stati Uniti, ha indossato per 8 anni lo stesso smoking e nessuno l'ha notato!"

    Parliamo di leadership ma non solo quella esercitata da personaggi particolarmente noti o storici. Per costruire un nuovo mondo inclusivo abbiamo bisogno di tanti esempi virtuosi. Uno di questi, particolarmente toccante, riguarda la madre e il padre di Valeria Solesin, vittima del terrorismo a Parigi. Luciana e Alberto il giorno del funerale, invece di lasciarsi trascinare dal risentimento, dissero: “Ringraziamo i rappresentanti delle religioni, cristiana, ebraica e musulmana, presenza compiuta in questa piazza e simbolo del cammino degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione”.

    Approfondimenti:

        Ritratti di Leadership: da Cesare ai tempi moderni  


  7. Il Rubicone
  8. Il fiume che in passato ha segnato simbolicamente il passaggio da repubblica a impero romano, oggi separa le Democrazie e dalle Democrature

    Mentre le relazioni tra America e Cina attraversano alti e bassi e scoppiano guerre in cui si confrontano culture molto diverse tra loro, teorie che tendono a dare per probabile l’emersione di forme di autarchia governate da uomini soli al comando, si moltiplicano. Si ricercano confronti con il passato e ci si domanda, per esempio, se l’occidente farà la fine dell’imperativo romano.

    E' il caso dell'Economist con l'articolo che segue: Rome fell. Will the modern-day West follow suit?Debiti publici sempre più difficili da sostenere, produttività calante, declino demografico, immigrazione di massa ecc., sembrano inesorabilmente indicare la strada ma si indicano ragioni per credere che il destino non sia già scritto: “Yet the analogy with Rome’s decline and fall is ultimately unconvincing. The rest of the world is certainly catching up with the West, both economically and demographically. China’s economy may soon be bigger than America’s. Europe accounted for a quarter of the global population in 1914, but has less than a tenth today. Immigration, especially from Africa and Latin America, is politically testing. Populism is on the march.

    All the same, on a global scale it is hard to envisage a serious military rival to the clout of the United States and its European allies. Russia is revanchist in Ukraine, but it is also in long-term decline. China is brittle and its growth is slowing sharply. India is politically rancorous. The West’s grip on the best technology and research is firm. And though Europe’s economic prospects may be cloudy, American productivity leaves most competitors in the dust. Declinists like to cite George Bernard Shaw, whose dictum on the transience of great powers jokily invoked an English village: “Rome fell. Babylon fell. Hindhead’s turn will come.” It is tempting to think that way. But for now, at least, it is not obvious when, if ever, the West will follow suit. “

    Ecco che il Rubicone - il fiume il cui attraversamento da parte di Giulio Cesare indicò un punto di non ritorno nel passaggio di Roma da repubblica a impero - torna attuale per separare virtualmente coloro che cedono alle lusinghe dei populismi e sovranismi, da quelli che resistono e si tengono cari il bilanciamento e la distribuzione dei poteri.

    Una volta che i nuovi assetti si stabilizzeranno si dovrà ricercare, come lo definisce Henry Kissinger un nuovo ordine globale senza che ci sia una parte che può imporre le regole alle altre.

    “there is no world order today - spiega l’ex segretario di stato in occasione della presentazione del suo libro alla Free Library of Philadelphia - and what induced me to write the book is this: I was having dinner with a friend professor at Yale and I was discussing various ideas I had for writing a book. He said you've written a lot of history, why don't you write something about what concerns you most at the moment?.

    What concerns me most at the moment it's the absence of world order; the fact that for the first time in history different regions of the world are interacting with each other. In the Classical period the Roman Empire and the Chinese Empire acted without any reference to what the other were doing. So, the reality of the present period is that different societies with different histories are now parts of a global system but they don't have an agreed concept of world order. So, I began the book with the Westphalian peace for 2 reasons:

    1. That it's the only formal system of world order that has been devised;

    2. It was the dominant system in Europe.

    There was a unique aspect to the European experience: in every other part of the world whatever order existed was part of an empire. In China the idea that states balance each other didn't exist and in the Islamic world it didn't exist. Europe is the only society where the sovereignty of states and the balance of their actions with each other was believed to produce international order and international law. That's why it started with that and then attempted to apply it to many contemporary circumstances. But this is not a cookbook where you can read to say what the international order will be. It is an attempt to tell you this it's what we are up against . This is the challenge we have and here are some ways of looking at it but it does not say that I know what the end result of all these conflicts and these ambiguities will be.”

    Approfondimenti:
        Rome fell. Will the modern-day West follow suit?  
        Lessons from the fall of a great republic  
        Facebook: l'inchiesta finale  
        Ritratti di Leadership: da Cesare ai tempi moderni  
        Breaking the social media prism  

  9. Tecnologie e Scarsità
  10. Le tecnologie esponenziali possono portarci oltre la scarsità

  11. Dignità oltre la Scarsità
  12. Universal Basic Income e ciò che gli essere umani non farebbero se avessero alternative

  13. I Diritti Civili in un Mondo Post-Scarcity
  14. Quando la maggioranza decide davvero nel rispetto delle minoranze

  15. La Bellezza Salverà il Mondo Post-Scarsity
  16. La Bellezza come motore dell'economia, della società e dell'innovazione

  17. La Città Eternamente Moderna
  18. Roma è il modello della città arcipelago: un insieme di isole circondate da verde

  19. Ci/Seaty and Ci/Seavilization
  20. Nuove città sostenibili costruite sulle acque del mare per una nuova Ci/Seavilization

Ecco qualche contributo interdisciplinare che può aiutarvi a ragionare attorno ai 10 pilastri della Post-Scarcity Ci/Seavilization e a immaginare un Mondo Inclusivo intorno al 2050:

Vi terremo aggiornati!